Cupido ha cambiato nome

Dicono che gli amori a prima vista siano passeggeri, soprattutto quelli che nascono dopo qualche drink. Purtroppo, a volte, quello che comincia come un flirt può diventare una cosa seria, e quell’uomo che doveva essere un passatempo per la notte finisce con il trascorrere insieme a voi non solo il sabato sera, ma anche la domenica mattina.
Era una sera di maggio, un giorno infrasettimanale qualunque, uno dei tanti in cui l‘“esco per farmi una birra” si tramuta nel “cazzo quanto ero sbronzo” del giorno dopo.
Qualche moretti da ‘66 nel bar squallido vicino alla stazione, qualche giro in osteria e di colpo l’orologio segna le due del mattino. Come è noto a tutti con qualche bicchiere di troppo diventiamo poliglotti, ed io quella sera decisi di cimentarmi col russo. E dopo un “ti amo” urlato a caso, la risposta arriva da sé: “non stai bruciando un po’ le tappe? Nemmeno ci conosciamo.”
Ricorderò per sempre la faccia a dir poco stupita di questo ragazzo quando, sempre in russo, ho risposto che se avessi voluto bruciare le tappe gli avrei detto -vieni qua e scopami-.
Dovete sapere che se io e le mie amiche perdiamo la testa per qualcuno attribuiamo sempre la colpa ad un tale di nome Claudio, dal momento che tutti gli uomini che incontriamo, o che ci presenta, sono sempre suoi amici o presunti tali. Claudio è un po’ il Cupido della situazione ma, grazie all’ubriachezza molesta, si trova spesso a sbagliare mira, e a colpire con le sue frecce le persone sbagliate.
Colpita da una freccia alla vodka, scambiai l‘uomo misterioso per un amico di Claudio e lo invitai ad accompagnarmi, per scoprire solo una volta arrivati a casa mia che invece si trattava di un perfetto sconosciuto che per errore avevo raccattato fuori da un bar.
E così, dopo dell’altra vodka, io e lo sconosciuto abbiamo cominciato a parlare di tutto, accorgendoci del tempo che passava solo quando il sole era ormai alto nel cielo. Così ci siamo salutati, scambiandoci i rispettivi numeri di telefono, con la promessa di rivedersi una volta che lui fosse rientrato dall’Austria.
E la domanda sorge spontanea: perché non riusciamo a resistere al potere del nostro Claudio Cupido prima che sia troppo tardi?
Purtroppo non posso ancora rispondere a questa domanda, ma vi do un consiglio: diffidate da quelle serate che cominciano in squallidi bar vicino alla stazione. Quelle sere anonime che non promettono nulla se non una moretti da ‘66 finiscono sempre per fregarci.